lunedì 25 gennaio 2016

There's a match!

Viola qualche anno fa era tornata a vivere nella provincia. Delusioni lavorative e forse un'importante tendenza al masochismo.
Vinta dalla diffidenza iniziale, viene spinta da un'amica milanese a scaricarsi Tinder. "Non è mai stato così semplice uscire con un ragazzo!" dice l'altra. E dato che conoscere gente nuova nella provincia pare pressoché un'utopia, scarica la famosa app che al tempo era sconosciuta ai più. Imposta il raggio entro i 30km, fascia d'età 28-35 e via! Una serie di volti conosciuti e una collezione di casi umani più unici che rari. Quando poi, eccolo: il bono vero. Moro, bello, non troppo fighetto, niente sopracciglia depilate, rugbista. Come non resistere e sganciargli il primo like della storia di Viola su Tinder? Pessima scelta. THERE'S A MATCH!
 
Fu così che i due cominciano a chattare. Chiaramente il manzo in questione non è della zona ma solo di passaggio per lavoro. Millanta che presto tornerà, ma i posteri confermeranno la sua sospettabilissima tendenza alle bugie. Però nei messaggi è brillante, spiritoso e ambizioso. Il ragazzo vive in un paesino sul mare del centro Italia, una località non proprio turistica, ma nonostante i km sembra intenzionato a conoscere la nostra eroina. Si scrivono per mesi, ad ogni ora del giorno e della notte, con cadenza e frequenza variabili, ma con un parterre di argomenti che manco nella sua ultima storia d'amore Viola credeva di esser riuscita a conoscere così a fondo il proprio compagno.
 
 
Mesi di scrittura, ma mai conosciuti di persona. Certo, facebook offriva qualche foto da studiare a fondo, ma i fiumi di parole non bastano e accendono in lei una curiosità che manco da bambina in attesa del Natale si ricordava di aver avuto! Così quando lui un bel giorno le propone di accompagnarlo in Sardegna a Settembre (possibilità di ferie inesistente) lei controffre un weekend libero. Lui, ignaro della predisposizione di Viola a cacciarsi in situazioni improbabili, le propone un weekend nelle sue terre, e lei, puntuale psicopatica alla ricerca di emozioni forti, accetta. Ed ecco che il nostro filosofo delle chat, forse cagandosi un po' addosso, scompare. Ma è fine estate, il mare è bello e Viola non è la prima volta che trascorre un weekend di vacanza da sola, così decide di partire a prescindere, al massimo ci rimedierà l'ultima tintarella della stagione!
 
Così scende nel cuore dell'Italia: l'appartamento per due notti, una macchina a noleggio, e un leggero bagaglio a mano con il minimo indispensabile. Il primo giorno se la passa a girare su è giù nell'entroterra dell'Appennino, quando sospinta dal vino del pranzo, decide di annunciare la sua presenza. Il ragazzo è intontito, non capisce... scompare per qualche ora e ritrovando due forme geometriche teoricamente sferiche nella parte australe del suo corpo, propone un drink serale.
 
 
 
Così eccola, ore 22.30 seduta sul marciapiede prefissato in attesa del bono della chat. Attende. Scrive all'amica. Fa un inutile giro tra le bancarelle della piazza per ingannare il tempo, tra album di figurine Panini Italia 90 e trionfi di t-shirt di contrabbando africano, come in ogni posto di mare che si rispetti. Ancora nulla. Quando improvvisamente eccolo spuntare al di là della strada: t-shirt eccessivamente aderente bianca che lascia ben poco all'immaginazione di Viola, inutile gilet aperto a mo' di copri spalle da tamarro, ma spalle e pettorali disegnati che urlano "sbattimi adesso", labbra carnose da "mordimi ancora", viso da baciare, e corpo da "te lo mangio". Ok, ritardo perdonato.
La serata è piacevole, parlano per ore di stronzate e accompagnandola all'appartamento avanza l'invito a cena per la sera successiva. Viola finge compostezza e lo saluta con un cordiale "ok ci penso ti faccio sapere domani", chiusa la porta dell'appartamento morde gli stipiti delle porte da quanto su di giri.
 
Così cercando di non accettare l'invito troppo presto, il giorno dopo conferma la cena. Lui risponde solamente con 3-4 ore di ritardo, ma non fornisce ne orari ne luoghi per l'incontro. Viola per non sbagliare rientra in appartamento a metà pomeriggio per rimediare all'insospettabile: silk-épil come fosse un tosaerba. Ore 18,30 e l'imbecille deve ancora fornirle un orario, ma Viola è in ferie, starà mica in appartamento ad aspettare un tamarro con il gilet per sapere a che ora la passerà a prendere? Sticazzi.
 
Decide allora per una tappa nel paese più vicino possibile giusto per essere reperibile per la conferma last-minute della cena. Fosse stato un altro, lo avrebbe mandato a cagare da tempo, ma è single da una vita e mezza, lui attizza l'ormone come pochi e scroccare una cena non ha mai fatto male a nessuno. Il paesino fa cagare, piccolo come uno sputo e scontato come tutte le località di mare dell'Adriatico. Viola passeggiando approfitta per comprare un paio di sandaletti da 4 soldi in un negozietto odoroso di plastica, sia mai che la serata termini rendendo grazie alle ore dedicate al silk-épil! Prezzo stracciato, carini, e soprattutto non pestilenti: le sue ginniche risentono del salso di mare della giornata e puzzano come una rete di pescatori. Idea geniale partire con un unico paio di scarpe!
 
 
 
Decide quindi di concedersi una birra in un posticino carino che ha adocchiato appena arrivata e si lascia consigliare dal ragazzo dietro al banco. La prima birra scende che è un piacere, e chiama di diritto la seconda. La brezza della sera che arriva, la pelle ancora scaldata dal sole, l'attesa snervante dell'imbecille che ancora non risponde, ed ecco che la terza birra viene da sé. Anche perché ormai il suo livello di ebbrezza è giunto a un livello tale che quella strada le sembra la più bella del mondo, ama quella birreria, ama quella cittadina dimenticata da Dio e privarsi della terza sarebbe un crimine.
Nel frattempo arriva il messaggio: cena confermata ore 21.
 
Ecco pareva brutto dire ad uno sconosciuto carino che era a schienarsi tre birre da mezzo da sola. Quindi il lampo di genio: "sono con Luca a fare aperitivo". E voi direte, chi cazzo è Luca? Frutto della sua fervida immaginazione? Invece no. Luca esiste davvero, e vive proprio in quel paesino buco di culo. Luca è il fratello gemello di un ex collega, che si è trasferito lì per amore. Luca esiste, vive e lavora lì, solo che tecnicamente Viola... non l'ha mai sentito! Ma suona meglio raccontare che fino alle 21 Viola è stata a ridere e scherzare con un vecchio amico invece di essere da sola, felice come una Pasqua, in una birreria a schienarsi mezzi litri consigliati dal ragazzotto dietro al banco. Punti di vista.
 
Torna quindi all'appartamento, approfitta del bagno e si fa trovare all'incrocio dove si erano salutati la sera prima. Completamente ubriaca. Lui galanteria, lei finge compostezza e ilarità, in realtà l'unica cosa che non può esprimere è sobrietà. E neanche serietà e grazia quando scendendo dalla macchina scivola in maniera rovinosa a terra. Come? Era di sicuro Saturno contro, o forse la combo di discesa di marciapiede infido ricoperto da sabbia invisibile versus suola intonsa di sandaletto da due soldi nuovo di zecca. Risultato? Caduta a terra con ginocchio sbucciato. Tempo 1 secondo. Viola vuole morire, ma per fortuna la birra era ancora padrona delle sue emozioni. Si limita a ridere di se stessa e, con ginocchio sanguinante, viene aiutata a rialzarsi con nonchalance d'altri tempi.
 
 
Epilogo?
 
Il tamarro intrattiene Viola con la scusa di un film in una maratona di sesso di ben 8 ore.
Viola chiaramente perde la testa e i due si sentono per parecchio tempo.
Chiaramente la storia non ha avuto seguito, ma un segno nella scarpiera è rimasto, testimone che una chat utilizzata con il fine di scopare non porta l'amore, ma un paio di scarpe nuove sì.
 
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lunedì 4 gennaio 2016

Chi non limona a capodanno.... si risparmia qualche figura di merda il giorno successivo

Capodanno 2016 in montagna con tre amiche single.

Chiaramente nessuna di noi scia, ma non te lo fai capodanno a Courma? Bagagliaio pieno di vestiti inutili, quantitativo imprecisato di bottiglie di vino (che non sia mai che si rimanga senza!), libro da leggere in compagnia sulle leggi del fascino (lettura immancabile per capire i limiti dei disastri di Viola) e... via in direzione Val d'Aosta!


Trascorriamo il pomeriggio a chiamare inutilmente ogni locale della zona con scarsissimi risultati, quando una delle tre, che fino a quel momento si era astenuta dal chiamare, osservandoci perplessa avvolta nel suo telo e fresca di doccia, con un unico tentativo (UNO) e con una semplicità disarmante chiede se è disponibile un tavolo per quattro ragazze.
Cit. "HA CHIESTO DAVVERO UN TAVOLO PER QUATTRO RAGAZZE CON QUELLA VOCE?"
Et les jeux sont faits! Alle ore 16,30 abbiamo Capodanno in pugno: cenone con festa tipo disco in rifugio prenotata. Siamo un po' dubbiose non conoscendo il posto e il target della gente, ma Francesco al telefono è più che gentile accordandoci uno sconticino, e Instagram ci conferma essere anche piuttosto figo. Avrà degli amici no? Andiamo!

Mollata la giacca, Viola si cementifica affianco al bancone del bar affollato di flûtes di prosecco studiando con l'amica i camerieri, mentre le altre due fumatrici all'esterno fanno conoscenza con una coppia fratello/sorella ungheresi ambigui ma simpatici. Ci sono molte compagnie, anche con tamarri non indifferenti, primo su tutti un pappone romano che continua a fare il piacione gradasso con noi mentre la sua accompagnatrice russa magrissima chiaramente super topa e oca da morire squittisce per la sala sui suoi tacchi a spillo. In rifugio. A 1702m. Vabbè.

Viola ha solo un obiettivo in testa: ubriacarsi, quindi quando vede una bottiglia di Ferrari uscire dal bancone pensa bene di prenderla con sé. Wow, qui sì sanno come si festeggia un countdown! Un ragazzo la ferma e le dice di sganciare la bottiglia. COL CAZZO. Ci riprova ridendo. PIUTTOSTO LA MORTE. Le punta un indice addosso e con voce irosa afferma che la bottiglia è sua e se l'è portata su da Parma per il capodanno. OK MI HAI CONVINTO.

Attendono così le nostre eroine il conto alla rovescia con il naso all'insù per guardare i fuochi, quando magicamente affianco compaiono i due fratelli ungheresi. Viola così fa la loro conoscenza e viene colpita dal fratello, un biondino giovincello molto di compagnia. E' ufficialmente scattata l'ora dei super alcolici e Viola continua a chiacchierare anche con la sorella una volta rientrate, tanto che le due si scambiano anche il numero di telefono. Friends will be friends.

 
Scatta l'ora disco music e qui il Cuba Libre diventa protagonista indiscusso della peggiore dance hall che la Milano che conti possa sperare di trovare a Courmayeur. Viola inspiegabilmente si ritrova a due centimetri dal naso dal biondino ungherese, ed essendo chiaramente ubriaca, eccitata ed è capodanno, pensa bene di inaugurare il 2016 con un bel limone ben ricambiato. La temperatura sale, ma la sorella è giustamente allergica a quella musica da villaggio turistico di bassa lega, così i due fratelli ungheresi abbandonano il rifugio.

Viola raggiunge le amiche al banco del bar dove, rullo di tamburi, stanno parlando con l'incazzoso parmigiano della bottiglia del Ferrari. Viola cerca di scusarsi, è totalmente fuori controllo. Cerca di scusarsi ordinando per il ragazzo un buon cocktail perché Lei ne sa, lei ha visto il Tanqueray da qualche parte. Ed ha visto bene, ma ne è rimasto solo per un cocktail, chiaramente il suo. Vuoi mai che rinuncio ad un cocktail decente per un ragazzo a cui ho appena tentato di inculare una bottiglia di spumante? Chiaro che no, ma irrazionalmente Viola pensa bene di far partire un bel limone anche con lui. Meno scenico e troncato dalla domanda di lui "Quanti altri ragazzi hai già baciato stasera?" Domanda giusta nel momento sbagliato.

Viola quindi cerca le amiche in pista, cerca la sua borsa, controlla se il cardigan è ancora sulla sedia. E quando si rialza vede che il bel figlio del proprietario del locale, Francesco, Mr. Tavolo x4 alle 16.30 a bordo pista. Gli passa affianco volteggiando con fare lascivo e in tempo record sta già regalando baci alla francese anche al bel moro. Che probabilmente più arrapato di lei se la carica in braccio e come David Copperfield, fa sparire entrambi dietro ad una porta che porta giù in uno scantinato. La luce in fondo alle scale, l'assorbente interno, Viola torna lucida per un secondo e riesce a sgusciare dalla morsa del moraccione con la scusa dell'ora e dell'ultima funicolare.

Il giorno successivo l'ungherese torna alla carica, recuperando il numero di Viola dalla sorella: hanno lasciato qualcosa in sospeso, dice lui. E' carino, sei in vacanza, e non trombi troppo spesso, pensa lei. Così si rivedono in compagnia anche la sera successiva. Lui è piacevole, carismatico e pensa bene di viziare le amiche con trattamenti per il viso con cosmesi di lusso in negozio (aperto solo per loro) a mezzanotte, con la speranza di imbarcarsi la limonatrice pazza. Viola però è dubbiosa, lei e le ragazze dormono a 10km da Courmayeur e la mattina successiva c'è una fantastica giornata alle terme che le aspetta. Così magari finisce anche il ciclo. Domani.

 
E così l'indomani, al loro risveglio, nell'inverno più asciutto che l'ultimo secolo ricordi, ad attenderle... la bufera di neve! Non semplice nevicata: b-u-f-e-r-a: 30cm di neve in sole tre ore, e turbinii di fiocchi che incessantemente hanno finalmente imbiancato le Alpi salvando la stagione sciistica da un lato, e compromettendo seriamente la trombata di Viola. Quando dicono i segni del destino! Ma Viola ci pensa e ci ripensa, lei ha voglia del suo trofeo e quindi nonostante le amiche decidano di trascorrere quell'ultima serata vicino casa all'insegna di vino rosso, fonduta e Paolo Fox, lei riesce a infilarsi sullo shuttle riservato ai clienti delle terme e farsi scarrozzare in centro a Courmayeur, dove il biondino la accoglie molto soddisfatto.

Ma prima della notte di sesso (che Viola nel suo immaginario incornicia come un "in tutti i luoghi e in tutti i laghi"), l'ungherese propone di cenare nel ristorante vicino con la sorella. Perché no, al fin dei conti hai mangiato solo yoghurt e semi di zucca in accappatoio tutto il giorno! E mentre la sorella ordine una bottiglia di Bellavista per salvare la sua personale giornata di merda, alle spalle della nostra eroina qualcosa di più assurdo si stava delineando. Il ragazzo risale trionfante e annuncia "Ragazze ci spostiamo nel tavolo per 4, mangia con noi anche FRANCESCO!" - aka limone n°3 di capodanno. Francesco e il sottoscala. Ciao Francesco!

La cena più bella dell'anno. In un momenti di confidenza tra donne, la sorella racconta di aver avuto una breve ma intensa storia di sesso con il Francesco, ma sono rimasti amici. Anche lei. Il fratello continua a baciare Viola, a stringerle la mano sotto il tavolo e a riempire i calici mentre Francesco, chiaramente seduto davanti Viola, non riesce a trattenere una serie di frecciatine e battute sul livello di ubriacatura di "certe" persone alla festa, sul fatto che l'ungherese a fine serata fosse scomparso -Avevi per caso tentato di portare lei nel sottoscala? "Ma magari figurati, sono sceso molto prima!", propone addirittura un weekend in primavera tutti e 4 appassionatamente! OK, vi prego di fucilarmi qui e ora. Ammetto di aver peccato.

Superata la cena indenne, finalmente Viola riuscì a condividere il letto con il giovane montanaro.
Che per quanto fresco, aitante e motivato, probabilmente turbato dal vino o dal malocchio lanciato dal Francesco, verrà ricordato più per la maschera di Cleopatra che per altri tesori.