martedì 25 agosto 2015

Summer Love

L'estate, si sa, è fatta per innamorarsi. E Viola non fu da meno.
Ma trascinarsi dietro per tre anni è solo da lei.
 
CAPITOLO 1:  LA GENESI
 
Quell'estate erano state pronunciate a voce alta le fatidiche parole famose: nessun uomo, solo amiche, cibo e tanto mare. E puntualmente l'ultima sera prima del ritorno a casa Viola si scoprì attratta dal più insospettabile tra i ragazzi della compagnia della spiaggia: un piccoletto polemico, dalla voce roca, esteticamente la versione siciliana di Woody Allen ma decisamente meno brillante. Nella sua testa mille aspettative per quell'ultima sera, ma il nanetto decise di non filarsela di striscio e lei, disperata, ferita nel profondo del suo ego nelle sue aspettative miseramente fallite, fece sì almeno di procurarsi il numero di telefono prima della partenza.

 
Così lei il giorno dopo tornò nel profondo nord, e lui nella caotica capitale. Figuriamoci! A quel "marcantonio" quasi non parve vero, e cominciò così un fitto scambio di messaggini, telefonate e video-call su Skype. L'amore & internet. Ma tra le mille chiacchierate fino all'alba (che avevano poi da dirsi?) a entrambi rimaneva un piccolo grande dubbio alla Grease: oltre alle mille parole, viversi concretamente come sarebbe stato? Vedersi sul serio intendo, parlarsi guardandosi negli occhi, baciarsi, per esempio... Viola impetuosa non poteva aspettare e così colse l'occasione di un'ultima parentesi d'estate settembrina e gli piombò a casa dopo nemmeno un mese.

 
Manco ve lo racconto, cose da carie. E con il cuore gonfio di emozioni, Viola era pronta per farsi operare. Trascorre così i due mesi di convalescenza con l'immancabile Skype: il giovane rampollo meridionale è ancora uno studente e ha tempo da vendere da dedicare come compagnia virtuale alla nostra eroina. Ma forse troppo tempo, e quella presenza costante in background finì per angosciarla. E l'idea che il suo ex fidanzato la potesse vedere con questo nano siciliano, angosciava l'incostante Viola. Non era decisamente pronta, e in malo modo troncò ogni tipo di contatto con questo ragazzo che giustamente rimase perplesso e più che legittimamente incazzato per questo repentino retromarcia.
 
CAPITOLO 2: STESSA SPIAGGIA STESSO AMARE
 
L'estate successiva Viola, imperterrita, scende di nuovo per le vacanze nello stesso posto. Rivederlo le fa un effetto non da poco: azzeramento totale dell'appetito e una notte intera ad osservare il soffitto. Doveva fare qualcosa. E fece la cosa peggiore che potesse fare per entrambi: riprenderselo. Neanche 24 ore dopo il povero agnello sacrificale era di nuovo nelle sue grinfie. Trascorsero un'estate memorabile, stile tempo delle mele. E l'ultima sera prima di tornare, in un fiume di lacrime, Viola promise che non sarebbe stato solo per l'estate. Lei ci credeva.

 
 
E come da copione, dopo un mese, stesse ferie settembrine, stessa Roma. Stesse promesse, stessi baci infiniti sul binario del treno. Però Viola aveva altro a cui pensare. Lei doveva fare carriera quell'autunno. Stava cambiando città, e i problemi di famiglia le rubavano il sonno e il tempo libero. Non aveva spazio per innamorarsi, tantomeno a distanza. E dato che la pazienza non è la prima tra le sue virtù, lo scarica per la seconda volta. E lo scarica soffrendo, ma allora perché lo scarica ancora?
 
 
CAPITOLO 3: LA STORIA INFINITA
 
Terza estate, terzo capitolo. Se l'anno prima in 24 ore se l'era ripreso, questa volta le bastano meno di poche ore. Ma stavolta nessuna vacanza romana, lei deve lavorare. E lavorare duro per quella carriera che tanto inseguiva. Ma ad ottobre le arrivano, puntuali come un orologio, due notizie che la sconvolgono. Il lavoro promesso, quello per il quale lei ha cambiato città, non esiste più. E il nostro audace siciliano, stanco di esser mollato per la distanza, vede bene di annunciarle la grande novità: si trasferisce. A un chilometro a casa di Viola. 
 
 
Viola si sentiva in trappola. E quindi dato che è una personcina rispettosa e coraggiosa, decide di licenziarsi e tornare al borgo natio. Senza ovviamente rendere partecipe il povero Woody che da Lord rimane nell'ombra aspettando che lei le conceda perlomeno di palesarsi. Finché una sera non lo incontra per caso ad un incrocio. E lo uccide così: "Mi sono licenziata, torno a casa. Non puoi capire". Forse lei non capiva la stronza colossale che era. E si allontana pedalando urlando "Sei pesante".
 
CAPITOLO 4: L'EPILOGO
 
Passa qualche mese e la nostra cara Viola fa ordine nelle idee e nel suo cuore. E capisce di esser stata un'irrimediabile stronza senza cuore ed egoista. Non può aspettare l'estate, e decide che se lo vuole riprendere per sempre. Lei ci crede. Lei ci crede sempre, ma stavolta ci crede di più.
 
 
Prova con i papiri su whatsapp. Prova a capitargli in città per un caffè. Prova con una telefonata strappa lacrime in cui lo supplica. Niente, lui ha un'altra. Una brasiliana. E Viola viene a sapere che il giorno dopo lui sarebbe partito per la Sicilia, terra dove era nato il loro amore, con lei, la nuova Lei. La presenta a mamma e papà, e stanno assieme da un mese. Viola non capisce più nulla. Parte subito sotto il diluvio, tre ore di macchina di lacrime cantando a squarciagola gli Aerosmith, abbandona la sorella che la accompagnava nel parcheggio dell'Esselunga e si piazza sotto casa di lui. Che non scende. E' su con lei e non vuole più che Viola gli rovini la vita.
 
Applausi a scroscio dall'intera sala.
 
Niente, la storia tra i due ovviamente non ha avuto un seguito.
Lui è andato a vivere assieme alla brasiliana. Innamorati, disoccupati e spesati dal papi. Lui ha trovato l'amore, lei forse il permesso di soggiorno. 
Viola è tornata in città, con il lavoro che desiderava, un armadio gigante, fa viaggi della madonna ed è ancora single. Però è un po' meno stronza.

giovedì 13 agosto 2015

Se la tartaruga che cerchi non è l'addominale



I matrimoni si sa, sono sempre un'ottima occasione per tentare di combinare l'incontro.
Così anche Viola quella volta era stata designata all'amico dello sposo.

Per svariate ragioni non era riuscita mai a vedere questo ragazzo prima del fatidico giorno. Così quando la mattina arrivando in Chiesa si ritrovò questo manzo di un metro e novanta, spalle larghe, rasato, mascella pronunciata, un papabile sosia di Vin Diesel insomma, pensò che non le era andata poi così male.
 
Al pranzo del matrimonio chiaramente gli sposi avevano deciso di piazzare i due testimoni prescelti uno davanti l'altra. Lo sposo si era anche preoccupato di dare qualche dritta a Viola, perché ci teneva davvero molto che questo scapolo introverso conoscesse l'intraprendente eroina. Tuttavia i segnali erano chiari: si trattava di un sociopatico che a seguito grossissima delusione sentimentale si era rinchiuso in casa e da più di un anno aveva abbandonato ogni occasione di vita sociale.

Il pranzo procede tranquillo, con molto vino, qualche sorriso strappato e senza dargli troppa corda per non apparire aggressiva. Al ricevimento dopo pranzo a casa della sposa, la situazione decolla. Il padre della sposa incarica Viola regina della cantina affidandogli le chiavi dell'accesso al vino, tanto da meritarsi subito l'affetto dell'immancabile zio avvinazzato, rosso peperone in faccia con camicia sbottonata che se la trascinava ovunque sotto braccio.
Liberatasi dalla morsa del nuovo "amico", decide quindi di approcciare l'obiettivo della festa. 
Dovete sapere che Viola parla con chiunque di qualsiasi argomento, così vuoi la sua logorrea, vuoi il tasso alcolico che chiaramente continuava a salire, i due si ritrovano a parlare fitto fitto per tutta la sera.

Così quando l'amico con cui era in macchina Vin Diesel lascia la festa, prontamente Viola gli offre un passaggio, che l'insolito testimone accetta volentieri.
Lo sposo esulta: erano anni che non vedeva l'amico parlare così tanto con una ragazza.
Gli amici stupefatti, e la cara Viola sembra aver trovato una giusta sintonia per aprirsi a confidenze. Lui le racconta della delusione, della sua scelta di vita, e si sorprende di riuscirci. Miracolo e attrazione fatale al matrimonio o merito degli ottimi vitigni?

Ma ad un certo punto il dramma. Forse spinto dall'insolita circostanza, il manzo lascia trapelare la sua più grande passione: le tartarughe. Sia di terra, che di acqua.

250. Duecentocinquanta.

Sì. Duecentocinquanta tartarughe a casa, senza contare i piccoli nati di recente. Sepolti in casa.
Lui domanda a Viola: "E a te piacciono le tartarughe?" - "Una volta quando avevo 8 anni ne ho avuta una, ma...".
Ciao, mi chiamo Vin, ma per pochi intimi Hannibal Lecter. Sepolti in casa sotto le tartarughe.
L'amore chiaramente non è scattato, Viola non era pronta a sacrificare la sua vita in nome degli amici ovipari dello scapolo d'oro del matrimonio.

Accompagnato a casa, timido come pochi, neanche la bacia. Ma la ringrazia. Era da troppo tempo che non parlava così piacevolmente con una ragazza. Ma lui ha fatto una scelta: le tartarughe. Ma spera comunque di chiacchierare con lei alla festa del battesimo del figlio degli sposi, bimbo non ancora nato sia chiaro.

Nel 1994 a Tom Hanks dopo 3 matrimoni, capitava il funerale.
A Viola il secondo appuntamento al Battesimo.


 

mercoledì 12 agosto 2015

LA MORALE DELLA FAVOLA

Prima della sua Storia Importante, di quella che l'ha lasciata con il cuore nel culo per anni, Viola è uscita per un breve periodo con Orso. Anche se "uscire" potrebbe non essere il termine più adatto. Perché di fatto, i due non si sono mai visti come una coppia canonica. Niente locali, niente cene, niente cinema della domenica. Al contrario, erano sempre chiusi in casa di lui, tanto che Viola si era fatta l'idea che fosse un po' sociopatico. Di quelli simpatici, nulla di pericoloso e questo la faceva sorridere.
Insomma, la storia perfetta per tenersi compagnia senza troppi paroloni dato che di lì a poco entrambi avrebbero cambiato lavoro, città e continente.
No strings attached di comune accordo. Nessun progetto in comune tranne uno, leggero anche quello: una festa a cui avrebbero partecipato insieme.

E a questo punto arriva il MA.

Il pomeriggio della festa, Orso la chiama per comunicarle che non solo la sera prima si era fatto un'altra ma che aveva intenzione di portarla alla festa.
Su di lei spenderemo solo quattro parole: una gnocca da paura.
L'orso disadattato non avrebbe mai potuto rifiutarla e Viola sentiva l'autostima ai minimi storici.

Ma Viola ha le palle, manda giù fingendo un contegno degno di una dama del 700, nemmeno lo insulta. Nella sua testa però, gli aveva già sfondato i finestrini dell'auto e riempito le scarpe di lamette. A questo punto la telefonata di Orso diventa tragicomica. Arriva anche a consigliarle bonariamente di restare a casa. Viola in quel momento perde l'aplomb, gli dice dove infilarsi i suoi consigli, si prepara e va alla festa, si sbronza e si diverte.

Inutile dire che la loro storia finisce così.

E la morale?

Orso continua a vedere la nuova fiamma, con passione e trasporto.
Finché lei decide di fare il più grande regalo che una donna possa fare ad un uomo.
Non il cuore. Il culo.
Ora, immaginiamoci questo ragazzo al settimo cielo e molto molto su di giri perché la sua donna gli sta lasciando questo regalo con cui pensare a lei nei lunghi mesi in cui lui sarà via.

E anche a questo punto, puntuale come un orologio, arriva il MA.
O meglio, il karMA.

Lei finalmente si concede in un impeto di passione e...gli caga sul copriletto.

Orso vittima di traumi ed imbarazzi è partito per la sua nuova vita, Viola ogni tanto incrocia ancora la strafigona alta un metro e mezzo più di lei, si ripettina l'autostima e la guarda con occhi molto molto diversi.

Banalissimo morale di questa favola edificante e postmoderna:
1. se tratti le persone come merda, è probabile che il karma ti ripaghi alla stessa maniera.Se sei sfortunato, lo farà letteralmente.

2. Chi lascia la strada vecchia per quella nuova, sa quello che perde ma non sa cosa può succedere al copriletto a fiori della nonna.

Forse Orso questa lezione la ricorderà o forse no.
Ma di certo ha imparato come impostare la lavatrice per i lavaggi intensivi, che è sempre meglio di niente.

E credetemi, a Viola questo basta.

lunedì 10 agosto 2015

Cenerentole moderne



Sono una ragazza normale di trent'anni.
Anche se definire "normale" al giorno d'oggi non è mai stato così facile.
Il chi sono, cosa faccio nella vita, da dove vengo, non sono particolari poi così importanti.
Perché la realtà è che potrebbe essere chiunque a scrivere questi racconti. Anche se di fiabesco rimane ben poco, e questo blog narra di fatti e persone realmente accaduti. Mi risparmierò solo i nomi all'anagrafe poiché ci sono ancora leggi in questo stato che tutelano i casi umani, ma non vi risparmierò di dettagli.

Il punto è che quando ti avvicini attorno ai trenta gli scenari possono essere solo due.
Da un lato le amiche sposate, conviventi, fidanzatissime, mamme e amore e selfie con le cognate.
Dall'altro c'è Viola.

Viola in realtà non è mai stata fortunatissima in amore. Viola ha avuto una storia importante, finita per ragioni ovvie. Da allora, non si è più fermata. Ha un talento innaturale per collezionare in maniera seriale appuntamenti grotteschi, storie mai iniziate (e quindi mai concluse), messaggi penosi di uomini mestruati, e non per ultime, delusioni amorose di dimensioni bibliche.
Ma lei crede ancora nel sentimento. Ecco, crede anche nel sesso libero consensuale e nel fatto che si possa essere felici anche da sole, ma purtroppo è più forte di lei: riesce sempre a migliorare se stessa e scovare nelle situazioni più disparate il re dei coglioni del momento. 

Di Viola ne conosco tante, e sono tutte ragazze speciali. Ed è per questo che è giunta l'ora di raccontarci. Perché diciamolo, di sicuro non sono storie alla Federico Moccia da ricordare, ma sono storie reali di Cenerentole moderne che è giusto pubblicare. E perché no, con il senno di poi, è bello soprattutto riderci sopra.